venerdì 7 gennaio 2011

Il club dei cuori sfranti - The beginning

Avete mai avuto un primo appuntamento al quale non sapete dare un giudizio?
Ieri io ne ho avuto uno con un ragazzo. E davvero, non so giudicare.
Lui è un tizio molto affascinante, un ragazzo serio, uno studente modello. Molto attraente e dai bei modi. Non dice parolacce, non fuma, non beve. In parole povere: il classico buon partito. Mi ha detto che in passato ha incontrato solo ragazzi che volevano farsi delle sveltine, e insomma, si è rifiutato.
Intendiamoci, nemmeno io sono un tipo da giochini, da trombata veloce.
Non lo sono mai stato e penso non lo sarò mai.
Piuttosto preferisco approfondire sempre le persone da altri punti di vista, se intravvedo uno spiraglio di vita.
Comunque tutto carino, abbiamo fatto un aperitivo molto cliché in un locale molto borghese, un po’ come piace a me, e mi sono trovato molto bene: non avevo timidezze particolari, ed ero abbastanza a mio agio, ma non c’è stato lo zazazù.
E mi domando… è obbligatorio che ci sia lo zazazù dal primo momento?
E se questo manca, ripetereste l’esperienza? Vi concedereste una seconda chance?
È etico concedere una replica? Oppure abbiamo intuito che anche dall’altra parte non è scattata la magia e abbiamo soltanto l’ossessione di piacere a tutti i costi?
Ma voi… cosa ne pensate delle relazioni? Per farle funzionare c’è bisogno che due persone siano diverse per quanto riguarda interessi, opinioni, modi di essere… o dovremmo cercare qualcuno il più possibile simile a noi? Supportate la teoria del caos oppure no?
E poi, quanto si è portati a non essere se stessi per paura di poter ferire la sensibilità altrui?
Quanto, le possibili gaffes, ci inibiscono dall’essere noi stessi?
Quando non siamo noi stessi… anche in quel caso stiamo essendo noi stessi?
Per esempio, durante le chiacchiere si parlava di sigarette, e ho detto “sai, il mio ex fumava un sacco.” Tornato a casa, mentre mi levavo dagli occhi il fondotinta che spero con le luci soffuse lui non abbia notato, mi sono domandato: perché l’ho fatto? L’ho forse spaventato? Sarà sembrato che sono ancora legato al passato e quindi teoricamente e praticamente non abbastanza pronto ad affrontare una possibile relazione futura? (il che non è poi da escludere).
Lui ha pagato il conto ed io mi sono trovato molto in imbarazzo, perché non so quando e se avrò la possibilità di tornare in pari. E per giunta, insistendo per pagare io, mi è pure passato di mente di ringraziare. Lui, così perbene, così formale. E io così ingenuo.
Oltretutto sono arrivato in ritardo di 15 minuti all'appuntamento, e pure con un fiatone incredibile. E non ho mica capito perché devo essere sempre così cinematografico.
Non vorrei già aver rovinato tutto ai nastri di partenza.
Quanto contano le convenzioni per una persona convenzionale?
Sono ossessionato da questi pensieri perché lui mi piace o perché voglio piacergli?
Quanto contano i rituali ai primi appuntamenti?
Quali sono i vostri rituali?
Cosa ne pensate del bacio della buonanotte al primo appuntamento?  Va dato? E se si, a quali condizioni?
Tornato a casa, ho stappato una bottiglia di vino rosso. Bevendo un bicchiere ho sentito che la camicia puzzava di fumo ma ho sorriso comunque.
Benvenuti nel club dei cuori sfranti.

7 commenti:

  1. Be' io sono per il bacio al primo appuntamento e (spesso) pure per il sesso... al max al secondo... mi è capitato di farlo dopo una settimana di uscita e poi il sesso era talmente deludente che per troncare poi ho faticato!
    le migliori relazioni le ho avute dopo la classica botta e via... ci si è piaciuti.. ci siamo rivisti una due tre volte e via con la conoscenza..
    per gli ex.. be' li hanno tutti.. parlarne non fa male.. magari non ogni 5 min... e non dopo mezz'ora che ci si conosce ;)

    RispondiElimina
  2. wow, quante domande... e quanto non so rispondere!
    Penso di essere la persona meno adatta per parlare di cose del genere, ma lo faccio lo stesso.

    Secondo me non possiamo che essere noi stessi, è solo una questione di libertà nell'esserlo, quando ci "limitiamo" siamo noi stessi limitandoci, dobbiamo solo capire, e far capire agli altri, quanto il limite ci rappresenti e cosa c'è oltre al limite imposto dalla formalità, dalla paura di fare bruttte figure, ecc. Ovviamente si può spiegare come siamo a qualcun altro solo col passare del tempo, quindi secondo me, se alla fine (malgrado la puzza di fumo) c'è stato un sorriso... vale la pena riprovare, almeno per capire qualcosa in più; magari in una situazione meno "regolamentata".

    Forse è il caso di non farsi troppe domande e buttarsi per vedere cosa accadrà.

    PS: e l'ultima frase dovrei tatuarmela nel cervello, magari è la volta che la metto in pratica.

    RispondiElimina
  3. @ Andy: non è il mio stile, una botta e via... e neanche il suo, già me lo aveva specificato, all'interno di un discorso più vario. E ora che ci penso... pure lui una volta ha nominato il suo ex! Comunque a me è capitato una volta sola... non so perché l'ho detto. Tonto.

    @ Bert: può darsi che la situazione fosse "regolamentata"... in effetti a questo non avevo pensato :-)
    La frase mi sa che ce la si dovrebbe tatuare un po' tutti :D

    RispondiElimina
  4. io proverei a riuscirci... se poi non scatta nulla, neanche un po' di interesse, sei sempre in tempo a non uscirci una terza volta no? ;)

    RispondiElimina
  5. Complimenti, sei nella mia lista di premiati!
    http://zibaldblog.blogspot.com/2011/01/premio-sunshine-award-questo-e-amore.html :P

    RispondiElimina
  6. con un post ti sei meritato due premi (oltretutto identici), ecco il mio http://bertlandia.blogspot.com/2011/01/2-argomenti-2.html

    RispondiElimina
  7. bello.bravo. e comunque benvenuto nel cleb dei cuori in(s)franti. siamo molti blogger in(S)franti sono che pochi di noi sanno esprimerlo bene.

    RispondiElimina